
L'arpa che il monarca cantore toccava,
Il Re degli uomini, il diletto del Cielo,
Che la Musica consacrò piangendo sulle note
Che il suo cuore dei cuori aveva reso
– Raddoppi le lacrime – ha le corde spezzate!
Placava uomini d'indole ferrigna,
Dava loro virtù nuove, né orecchio era
Così duro né anima così fredda
Che a quel suono commossi non ardessero:
La lira di David divenne più potente del suo trono.
Essa narrava i trionfi del nostro Re,
Glorificava il nostro Dio, faceva
Risuonare le nostre valli liete;
Si chinavano i cedri, i monti si assopivano;
Quel suono andava al cielo e là restava!
Benché non sia più udito sulla terra, da allora
Devozione e il figlio Amore ancora impongono
All'anima che sgorga d'innalzarsi
A suoni che paion giungere dall'alto, in sogni
Che l'ampia luce del giorno non può disperdere.
Di George Gordon Byron: